denis magro
Fotografia dell'inverno - non c'è letargo per l'arte
Hermann Hesse
Con le feste arriva anche l'inverno che bussa alle porte mentre noi rimaniamo al sicuro all'interno delle nostre calde case, il ritmo si affievolisce mentre la fiamma divampa nel camino, il sole sorge e tramonta repentino, le giornate si fanno sempre più corte, il buio sovrasta le giornate fredde e mentre ci avvolgiamo nella coperta la mente viaggia nelle
più calde spiagge estive.
Nell'infanzia quando arrivava il freddo e con esso i primi malanni ricordo che dal mio medico di base vedevo delle stampe appese che divoravo con gli occhi, una di esse era dell'artista Pieter Bruegel il Vecchio, per distinguerlo dal figlio.
L'opera, chiaramente un raffigurazione invernale di un piccolo paesino fiammingo
avvolto in un'aria nebulosa e quasi incantata, dipinta nel 1566, io la vidi decisamente qualche secolo dopo, precisamente negli anni 90.
Rimasi certamente affascinato da Il Paesaggio invernale con pattinatori e trappola per uccelli e dal tipo di pittura di questo fantastico artista, mentre guardate questo quadro la vostra vista finirà lontana, e cosi anche la vostra immaginazione, sino a scoprire il villaggio che appena si scorge dietro la bruma.

come la semente anche la mia anima ha bisogno del dissodamento nascosto di questa stagione.
Giuseppe Ungaretti, Inverno
Passando dalle pennellate olandesi di Bruegel arriviamo a Chagall, magico pittore russo naturalizzato francese, visse 98 anni, dal 1887 al 1985.
Le opere di Chagall sono poesie visive , opere surreali dai colori sgargianti, figure trasognanti, di momenti di gioia e da periodi di dolore, senz'altro la morte dell'amata moglie segna un periodo importante per questo artista, le sue origini ebraiche non gli resero una giovinezza mansueta, infatti partecipò attivamente alla rivoluzione russa, anche se la sua esperienza politica durò poco, dopo essere stato anche nominato Commissario dell’arte nelle regione di Vitebsk.
L'opera infatti che voglio mostrarvi si chiama Sopra Vitebsk, (1914) realizzata a colori ad olio, viene raffigurata l'omonima cittadina, dove Chagall nacque, questo suggestiva vista del paese viene interrotta dalla figura di un uomo volante, che a quanto pare potrebbe essere il profeta Elia, il quale portava doni ai più meritevoli... direi che qualcuno potrebbe venirvi in mente... 🎅

Sostando presso dei boschi in una sera di neve
Credo di sapere di chi siano questi boschi;
Ma la sua casa è al villaggio.
Egli non mi vedrà fermo qui
A guardare i suoi boschi riempirsi di neve.
Deve sembrare strano al mio cavallo
Sostare qui dove non c’è una casa,
Tra i boschi ed il lago ghiacciato
La sera più scura dell’anno.
Scuote i campanellini dei finimenti
Per chiedere se non c’è sbaglio.
Non c’è altro suono che il fruscio
Dolce del vento e dei soffici fiocchi.
I boschi sono belli, scuri e profondi;
Ma io ho tante promesse da mantenere,
E tante miglia da fare prima di poter dormire
E tante miglia da fare prima di poter dormire.
Robert Frost
D'inverno gli animi giacciono miti e speranzosi nella case fumanti, il dolce letargo degli animali viene emulato da noi umani, che pian piano ci ritiriamo, le gaie serata calde dell'estate ormai lontane lasciano spazio al tempo dello spirito.
Le foglie autunnali ormai sono solo un ricordo ed i rami rinsecchiti sembrano morenti, quasi scheletrici, essi tremano ma vivono, ed immaginano ciò che sarà.
I camini vengono intasati d'ossa spezzate, che scricchiolano ed ardono rumorose nel focolare, scaldando i cuori, mentre il grigiore inasprisce le membra, ormai raggelate.

Un'altra bellissima opera è La Gazza di Claude Monet dipinto tra 1868-69 .
Un paesaggio privo di persone in cui un pallido sole accenna la propria presenza, la delicatezza con cui viene raffigurata la neve crea un grande silenzio in questo panorama
che trovo quasi fiabesco.
Non vi sono persone, tutto sembra desolato e l'attenzione è tutta sui colori e sulla Gazza, appoggiata sul cancelletto guarda nella direzione delle case, color marrone, dando un piccolo tocco di calore in una scena totalmente invernale.
In questa opera possiamo vedere il lavoro magistrale di Monet e della sua corrente, ovvero l'impressionismo nella pittura en-plein-air e nella grande cura del colore anche nelle ombre.
Lo sapevate che si stima che dentro ad un grande fiocco di neve vi siano fino a 200 cristalli di ghiaccio?
Una persona in particolare inizio a nutrire nell'adolescenza una notevole curiosità verso queste bellissime forme, dopo aver ricevuto come regalo dai genitori un microscopio, un giovane Wilson A. Bentley decise di utilizzarlo in sinergia con la propria macchina fotografica per poterli fotografare.
Wilson A. Bentley nacque nel 1865 a Jericho, una città nello stato del Vermont, si dedicò maniacalmente a questo suo progetto, riuscendo a pubblicare anche su National Geographic, mentre il progetto diveniva sempre più cospicuo, assieme alla collaborazione con un meteorologo William J. Humphreys, pubblicò un libro con 2.500 immagini di fiocchi di neve.
Un dettaglio simpatico su questo grande fotografo era il nome con cui veniva chiamato...
secondo voi quale sarà il nome?
Come potete vedere ogni cristallo è un opera straordinaria e sopratutto unica!
Un'altra bellissima foto che voglio proporvi è quella del fotografo contemporaneo Marcin Ryczek intitolata "Inverno a Cracovia" inutile usare tante parole, basta solo guardarla.

L'inverno sa regalare non solo gelo alle ossa, ma anche bellissimi paesaggi, scenari unici ed atmosfere che solo esso può creare.
Freddo non significa dover abbandonare la macchina fotografica, o relegarla nella sua borsa, nei mesi invernali c'è molto da immortalare, dalla flora alla fauna, alle magiche vedute, delle volte candide, altre romantiche oppure spettrali.

Da una giornata apparentemente cupa e triste come solo una giornata di nebbia sa emanare si posso realizzare scatti misteriosi e romantici, proprio come mi è accaduto la scorsa settimana, in cui una fitta bruma ha iniziato ad inalzarsi già dal pomeriggio.
Trovo cosi affascinante avventurarsi tra i campi sfumati mentre il candore ti inghiotte pian piano, l'aria è solida, mentre i pensieri si dipanano e si perdono tra la foschia.
Un Dolce Pomeriggio d'Inverno
Un dolce pomeriggio d’inverno, dolce perché la luce non era più che una cosa immutabile, non alba né tramonto, i miei pensieri svanirono come molte farfalle, nei giardini pieni di rose che vivono di là fuori del mondo. Come povere farfalle, come quelle semplici di primavera che sugli orti volano innumerevoli gialle e bianche, ecco se ne andavano via leggiere e belle ecco inseguivano i miei occhi assorti, sempre più in alto volavano mai stanche. Tutte le forme diventavan farfalle intanto, non c’era più una cosa ferma intorno a me, una tremolante luce d’un altro mondo invadeva quella valle dove io fuggivo, e con la sua voce eterna cantava l’angelo che a Te mi conduce.
C. Betocchi
Non solo nebbia, l'inverno regala anche colori sgargianti, sopratutto al tramonto.
Colori che contrastano e stridono con i toni freddi ed arsi dell'inverno, squarci azzurri
e pennellate fulve, nembi grigi e nuvole infuocate.

Le piante sembrano protendersi, quasi a volersi aggrappare sino all'ultimo raggio, saggiare gli ultimi sentori di tepore anelando alla prossima alba, che sarà candida e metallica.
Le cime respirano l'aria di vetro mentre si specchiano attraverso l'ultima luce del meriggio.

Ed io mi sento pianta, mi sento cima, e come esse inseguo gli ultimi ricordi del crepuscolo, corro e mi fermo, mi fermo in angoli freddi ed apatici, e mi maraviglio di come ogni volta, per come un colore, possa cambiare tutto, la maestosità di un insignificante angolo di strada, e persino un animo malinconico.

La magia accade inesorabilmente non quando tutto va bene, anzi, quando si precipita nel vuoto, nel momento in cui tutto diventa plumbeo, grigio, e la pioggia ammutolisce. Proprio dopo il buio arriva, cosi come l'alba dopo la notte, la tempesta segna la meraviglia, la pioggia come le lacrime lava l'anima, ripulisce il cielo, che pian piano si squarcia e canta l'inno della gioia.
Dipinge con l'ultimo sangue la propria vita, rinnovata e rinvigorita, prima del sonno quieto e ristoratore della notte.

Il 31 dicembre, nell'ultimo giorno dell'anno appena trascorso, tra il pungente gelo, è andata in scena l'ultima fiammata del 2019.

Mentre la temperatura scendeva un intenso rosso saliva e tingeva interamente il cielo,
salutandoci nostalgico, arrossiva.
Solo qualche istante prima di lasciar posto alla soffice brina, al silenzio della fine, ai respiri nebulosi, alle notte stellata.

Con questo primo articolo dell'anno vi auguro anche che il 2020 sia un anno pregno di attimi di gioia, di creatività e di arte ma anche di natura, in essa troverete il tutto.
Per ringraziare chi legge il mio blog ho realizzato un piccolo video con alcune immagini
dei miei paesaggi del 2019 ed augurarvi un delizioso 2020! 😘
Potete seguire oltre la mia pagina ufficiale Instagram, anche l'altro mio account PoeticPlaces in cui troverete tutti i miei paesaggi.
Al prossimo articolo 😘😜
Mi farebbe piacere se condividessi i miei articoli! ✈
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